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Sognare l'arcadia. Stefano Torelli «Peintre enchantur» nelle grandi c orti del Nord Europa

Sognare l'arcadia. Stefano Torelli «Peintre enchantur» nelle grandi c orti del Nord Europa

di Graziani Irene

Non Disponibile
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3,49 €

Contenuto

Un destino in "Paesi Oltremontani" segna l'attività di Stefano Torelli (1704-1780), figlio di Felice e Lucia Casalini, entrambi pittori e figure di spicco dell'Accademia Clementina di Bologna. Dopo i primi segnali di un'insofferenza al clima cittadino e soggiorni a Venezia, Napoli e Roma, Stefano lascia l'Italia nel 1739. La carriera lo conduce ad avventurarsi verso il Nord Europa senza fare più ritorno in patria: a Bayreuth, alla corte di Wilhelmine di Prussia; a Dresda (1739-1759), dove diviene pittore di Augusto III di Sassonia; a Lubecca (1759-1761), in cui lavora per il Senato cittadino; e infine alla corte di "Moscovia" (1762-1780), dove è al servizio dell'imperatrice Caterina II, appena salita al trono. Un percorso artistico di successo lo porta a incontrare, nella "civilizzata" Europa, letterati e artisti suoi conterranei (i bolognesi Giovanni Ludovico Bianconi, Luigi Crespi, Serafino Barozzi) nonché scrittori e viaggiatori cosmopoliti (Giacomo Casanova e Jacques-Henri-Bernardin de Saint-Pierre), sognando di "scoprire" un'età felice come quella della mitica Arcadia nelle moderne corti illuminate, per le quali inventa una pittura di seduzioni ammirata da Étienne-Maurice Falconet che lo definisce "peintre enchanteur".

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