Se possiamo riconoscere un piccolo progresso spirituale alla civiltà occidentale sta nell'aver superato, almeno in parte, la ridicola narrazione del secolo scorso sulla natura selvaggia dei popoli indiani originari d'America, imposta per decenni da una Hollywood ad uso e consumo dei colonizzatori/conquistatori. La saggezza tradizionale degli Indiani, in particolare i Lakota/Sioux, ha ispirato questo romanzo, con una frase (Mitakuye oyasin=Siamo la stessa cosa) che ne racchiude la profondità e la chiaroveggenza, visto che persino le ultime scoperte della fisica quantistica ci avvicinano sempre più a comprendere la natura unitaria dell'Universo e della Coscienza universale. Il senso di alienazione e ricerca accomuna le quattro (o cinque) parti della storia narrata, con scrittore e personaggi animati da una spinta irrefrenabile verso la stessa cosa ... la vera vita, ossia ... l'Amore!