Nel cuore del cosmo, ai limiti della realtà fisica e della percezione mentale, l'astronauta anziano Elian compie il viaggio di ritorno sul pianeta Terra dopo una missione interstellare durata ventinove anni terrestri. Tuttavia, per lui sono passati solo cinque anni. Il tempo, nello spazio profondo, ha assunto una natura relativa, ambigua, e si è frammentato nella sua psiche come un mosaico di eventi, simboli e ricordi. Mentre la navicella percorre l'orbita di rientro, Elian entra in uno stato di allucinazione temporale, provocata dall'effetto di un'anomalia gravitazionale incontrata nei pressi di un buco nero ruotante, che ha dilatato e contorto il tempo, sviluppando paradossi logici e morali. Non si tratta solo di un'esperienza scientifica: Elian comincia a "rivivere" episodi della sua vita, momenti futuri mai accaduti e dialoghi con versioni e visioni simboliche di sé stesso, in un continuum temporale non più lineare e in una visione cosmica dell'umanità.