Il lavoro analizza, in chiave ricostruttiva e propositiva, la persistente tensione tra l'affermata solenne universalità del principio di eguaglianza e la concreta realtà che ancora oggi registra la scarsa presenza femminile dagli spazi pubblici e decisionali. Una prospettiva di studio che intende coniugare l'evoluzione delle categorie del diritto costituzionale ad un approccio interdisciplinare che esplora le radici storiche, culturali e giuridiche della discriminazione basata sul sesso, sottolineando l'inadeguatezza del diritto formalmente "neutro" nell'affrontare le radicate e strutturali asimmetrie di potere. Una lettura delle categorie costituzionali che aspira a cogliere l'attualità e le potenzialità interpretative di un principio di eguaglianza finalizzato a coniugare il pieno sviluppo della persona ad un approccio sostanziale mirato alla rimozione degli ostacoli. Un'eguaglianza in cui la costruzione della differenza come dimensione specifica della pari dignità sociale conduce ad una libera ed eguale diversità e, al tempo stesso, a recuperare la funzione del diritto.