Il Sacro: L'invisibile che ci abita. Il saggio indaga il sacro come dimensione essenziale dell'esperienza umana, che va oltre la religiosità e attraversa vita, arte, corpo, spazio, tempo e preghiera. Dal pensiero di Durkheim, emerge il contrasto tra sacro e profano: il primo è potente e straordinario, fonte di destabilizzazione e ricerca di legame con qualcosa che trascende la realtà, un impulso spirituale presente anche nell'ateo. Rudolf Otto lo definisce "totalmente altro", generando timore e attrazione nel mysterium tremendum, dove finito e infinito si sfiorano. La relazione col divino si manifesta sia individualmente che comunitariamente. Rito, tempo, spazio e preghiera sono strumenti che rendono visibile l'invisibile: Il rito canalizza il rapporto col sacro. Il tempo sospende il quotidiano per renderlo eterno. Lo spazio dà forma alla grandezza divina. La preghiera crea un ponte tra umano e divino. Nel mondo contemporaneo il sacro vive anche nei simboli: tatuaggi, croci ornamentali, architetture solenni, murales spirituali. Questi non sono semplici mode, ma espressioni di archetipi e tensione verso l'Altro. Gesù, nella sua vulnerabilità, incarna la fiducia del pregare e il dialogo col divino, che continua attraverso santi, mistici e devozione popolare. Il sacro ci abita: è nel corpo, nel tempo, nella preghiera e nel desiderio di elevarci.