"Compagni" è il racconto di una lunga fedeltà. Fedeltà a un'idea, a una parola - compagno - e a ciò che un tempo significava: condividere il pane, le lotte, le speranze. Luca e Mario si conoscono adolescenti nella Milano operaia degli anni Sessanta. Insieme scoprono la politica, si iscrivono alla FGCI, partecipano alle prime manifestazioni, crescono nella stessa sezione del PCI, la "Togliatti" di corso Garibaldi. Ma le loro strade, pur rimanendo intrecciate, prendono direzioni diverse: Mario diventa un importante dirigente di partito e poi parlamentare; Luca resta un militante coerente, operaio e sindacalista, sempre in prima linea, sempre in ombra. Quando la fabbrica di Luca viene chiusa e lui si ritrova disoccupato e dimenticato, cerca nell'amico di un tempo un sostegno. Ma l'incontro è doloroso: parole di circostanza, promesse vaghe, telefonate inevase. Il distacco si fa abisso. Il romanzo segue, capitolo dopo capitolo, la lenta incrinatura di un legame fondato su un valore comune che, nel tempo, è stato tradito da uno dei due. Essenziale, intimo, antieroico, Compagni restituisce il ritratto di un'Italia che cambia, e di un uomo che resta, nella coerenza silenziosa della sua sconfitta. Una sconfitta, forse, solo apparente.