Il racconto narra la vicenda di Giovanni, peacekeeper italiano gravemente ferito in un attentato a Sidone nel 2011 durante la missione UNIFIL. L'evento diventa simbolo delle tensioni e delle contraddizioni del Libano, una terra segnata da pluralità culturali e da ricorrenti conflitti. Giovanni, personaggio narrato, rappresenta la fragilità e la dignità umana nel sacrificio per la pace, mentre il Colonnello dell'Esercito, narratore, riflette sulle implicazioni morali e spirituali del tragico evento. La storia intreccia dialoghi silenziosi e metafore che esplorano la profondità dell'anima, la transitorietà della vita e l'onore del servizio militare. Giovanni, nel suo stato di coma, diventa una guida per comprendere le ragioni del vivere, e il Colonnello, anche attraverso l'assistenza alla famiglia del peacekeeper, approfondisce il valore della possibile convivenza tra molteplici diversità. Il racconto, infine, celebra la resilienza e il messaggio di speranza che emerge anche nei contesti più complessi e dolorosi.