Il desiderio di arrangiare per un piccolo ensemble musicale alcuni dei brani più celebri e amati del Maestro nasce nel contesto del Concorso Internazionale Pianistico di Verona a lui dedicato dove il pianoforte è presente sia in veste solista che in ambito cameristico, dove lo strumento può dialogare con il quartetto d'archi, in un'apposita categoria concepita dal Maestro proprio per offrire la possibilità ai giovani musicisti di suonare insieme, in armonia. L'elaborazione di queste versioni da parte del pianista e compositore Giannantonio Mutto è legata a tre principali obiettivi: anzitutto il rispetto del pensiero originale del compositore, da considerarsi unico nel suo genere per la carica emotiva che riesce a trasmettere con le sue composizioni; la creazione con il quartetto d'archi di un insieme dialogante con il pianoforte che mantenga le finalità educative come fine essenziale a cui tendere; infine, la costruzione di un insieme strumentale con un livello di difficoltà coerente con la scrittura pianistica.