Approcciarsi a una nuova opera di Biancamaria Valeri è come rinnovare una emozione primigenia che sfida la clessidra che custodisce il nostro tempo terreno. Lo stile solido che distende parole sulla pagina bianca accentua la musicalità dei versi, donando alla metrica la possibilità di far emergere con maggiore forza le feritoie da cui sporge l'occhio dell'autrice. "Provvisorio" indaga la nostra finitudine, cercando di cogliere l'istante attraverso la scrittura, la Valeri si sottrae dal conteggio del nostro scorrere entrando in una dimensione "sospesa", in cui non c'è passato e non si attende il futuro, ma possiamo incontrare l'arcobaleno sentimentale senza urgenze. L'uomo comune si considera immortale finché è in vita, il poeta invece si fa compagnia con questa sottile inquietudine, perché rammenta che il cerchio prima o poi incontrerà l'ultimo arco che lo chiuderà.