Arcano
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Prezzo online: € 9,90
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ISBN:
9791223602942
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Editore:
Gruppo Albatros Il Filo [collana: Nuove Voci. Confini]
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Genere:
Narrativa
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Dettagli:
p. 88
Disponibile su prenotazione.
Contenuto
"Arcano" è un'opera di letteratura combinatoria che sfida la linearità narrativa e la pretesa della realtà di essere ordinata, sensata e univoca. Claudia Carrescia, con un gesto insieme filologico e ludico, costruisce una narrazione a incastro in cui le storie si dispongono come carte su un tavolo da gioco: ogni lettore può mescolarle, seguirne il filo cromatico, ricostruire percorsi alternativi. Il risultato è un libro che non si legge, ma si interpreta. In una società che teme e allontana la morte, Carrescia ne fa il centro simbolico di ogni racconto, l'Arcano XIII dei tarocchi (la carta che non ha nome) elevata a principio narrativo. Non la morte come fine, ma come soglia. Non il lutto, ma la metamorfosi. I personaggi che popolano queste storie, tra cui un barista epilettico, una donna ottuagenaria che cataloga il mondo in file digitali, un uomo disturbato dalla musica di sottofondo e una creatura sfigurata dalla violenza, non sono tanto "figure" quanto segni. Ogni voce porta con sé una lingua distinta, un lessico proprio, una musicalità coerente al corpo e all'anima che abita. È una grammatica dell'umano, che si dispiega in tutte le sue variazioni: dalla lirica alla parodia, dal romanesco al monologo interiore, dal dramma all'epifania. L'operazione dell'autrice ha qualcosa di borgesiano: ogni racconto è un universo, ma anche una parte di un disegno più grande, in cui l'autore non è il burattinaio ma il croupier, il mescolatore di destini, il demiurgo ironico e insieme compassionevole. La scelta di rappresentare ogni personaggio con un "seme", ovvero con un colore, un simbolo è un ulteriore invito a una lettura simbolica, ermetica, archetipica. Non c'è personaggio che non sia anche "tipo", non c'è "tipo" che non sia anche persona. Il gioco delle carte è anche un gioco del caos: non esiste un solo ordine di lettura, eppure ogni combinazione conduce a una forma di senso. È il paradosso dell'esistenza: l'imprevisto genera struttura, l'apparente disordine nasconde un'architettura segreta. In "Arcano", vivere non significa sopravvivere alla morte, ma attraversarla, ogni volta, in ogni scelta, in ogni perdita, in ogni rivelazione. E morire non è mai soltanto finire: è un'iniziazione, un'apertura a una differenza che ci definisce. L'autrice ci lascia una domanda che riecheggia dopo l'ultima pagina: e se ogni persona che incontriamo fosse solo una carta del nostro stesso mazzo?
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