La frattura tra architetti e intellettuali, ovvero gli insegnamenti dell'italofilia
								
								
								- 
								Prezzo online:  € 25,00
								
 
								- 
								ISBN: 
								9788822922243
								
 
								- 
								Editore: 
								Quodlibet [collana: Habitat]
								
								
 
								- 
								Genere: 
								Architettura E Urbanistica
								
 - 
										Dettagli: 
										p. 300
										
 
Disponibile su prenotazione.
								
								
								 														
						
						
						
							
							
									Contenuto
									In questo libro di culto, pubblicato originariamente come un Bildungsroman nel 1984, Jean-Louis Cohen analizza un momento chiave nella teoria e nella pratica dell'architettura contemporanea, segnato dagli intensi scambi tra Italia e Francia negli anni Settanta. L'autore è stato al tempo stesso testimone e protagonista di questa relazione secondo una modalità che lui stesso ha definito di osservazione «partecipante». Il volume esplora dunque le cause e gli effetti della frattura esistente tra architetti e intellettuali in Francia fin dalla metà dell'Ottocento, riflettendo sui rari contatti mantenuti e sulle incomprensioni che hanno segnato il loro rapporto. Questo scollamento è reso particolarmente evidente dal confronto tra le rispettive situazioni di Francia e Italia. All'inizio degli anni Settanta, una vera e propria fascinazione per la cultura architettonica italiana ha attratto i francesi - e non solo visto il favore riscontrato anche negli USA e nella penisola iberica -, attenti alle «rotture epistemologiche» attuate in urbanistica e nella storia. Si apriva così la prospettiva di un superamento della frattura esistente, con un nuovo modello che porta gli architetti a pensarsi come intellettuali e conseguentemente a intellettualizzare il progetto. Il libro analizza in particolare le carriere di Ernesto Nathan Rogers, Aldo Rossi, Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti e della scuola veneziana di Manfredo Tafuri, oltre a quelle di italofili francesi come Bernard Huet e Philippe Panerai. Col senno di poi il libro conteneva in nuce gli sviluppi successivi del lavoro di Cohen: «L'insieme di questi lavori lascia intravedere la possibilità di una storia transnazionale, il cui oggetto non sarebbe l'allineamento tra le culture locali, regionali o nazionali e le tendenze internazionali, bensì un'economia generale di questi scambi». 					
					
				 
			
		
	
							
						
					
					
					
				
			
			
			
		
	
 |