Gian Giacomo Mora. Il barbiere milanese della peste manzoniana
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In piena dominazione spagnola, l'epidemia di peste del 1630 fece precipitare Milano in uno dei suoi periodi pił cupi. Mentre migliaia di cittadini morivano nelle case, nelle strade, o nel lazzaretto di porta orientale, il Senato e il Tribunale di Sanitą, impossibilitati a porre un freno scientifico e razionale al flagello abbattutosi sulla cittą, tentavano le pił varie e a volte incredibili strade per arginare la sciagura. Il barbiere Mora, di porta Ticinese, finģ con l'essere assurdamente incolpato di diffondere il morbo pestilenziale, fabbricando veleni che i suoi complici spargevano per Milano, ungendo muri e porte. Torturato e processato, fu infine condannato a morte. A far da sfondo alla sua terribile sofferenza, una cittą quasi fuori controllo, in preda alla morte e alla miseria.
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