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La giusta quantità di dolore

La giusta quantità di dolore

di Ceri Giada

Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

«'Casa circondariale', dice la targa all'ingresso. Siamo oltre i confini della città e qua intorno non c'è molto altro. Non un bar, un'edicola, un giardino; nemmeno gli autobus si spingono nel luogo della pena». Al centro di questo libro è il sistema penitenziario italiano. Immaginiamo un sistema che, mentre ragiona su di sé, prova imbarazzo e disagio per i danni che si producono e per le patologie che si alimentano. Sembra che l'attività principale del sistema penitenziario sia quella di nascondersi. Occultamento, rimozione, separazione escludono il carcere e i carcerati dallo sguardo di chi è fuori: dunque, dall'opinione pubblica e dalla stessa dialettica democratica. Giada Ceri si occupa da tempo dei temi che riguardano il carcere italiano contemporaneo e ha lavorato lungamente in progetti del Terzo settore in ambito penitenziario. Nel libro procede con passione ma anche con lucida e amara ironia, a partire da ragioni molto concrete e dati verificati, e ci scorta in uno dei molti territori del disagio, individuale e collettivo. Disegna in modo critico e chiarissimo l'universo recluso: si inoltra nel mondo degli operatori della "riabilitazione" esplora i luoghi fisici della pena trovandosi davanti alla scelta incompiuta fra architettura e mera edilizia penitenziaria; assiste alla messa in scena di Romeo e Giulietta della Compagnia della Fortezza a Volterra, che diventa la lente per indagare una precisa idea di teatro-in-carcere; nel capitolo Dentro l'Uroboro narra il corpo detenuto, il carcere come pena corporale, l'eterno ritorno al punto di partenza, in un mondo che resta ancorato a un'idea di sicurezza per sua natura inconciliabile con quella di salute; e completano questo viaggio nei luoghi della pena le vicissitudini della recente riforma penitenziaria a partire dagli Stati Generali dell'Esecuzione Penale conclusi nel 2016, in attesa di nuovi tentativi e forse di nuovi fallimenti. "Nonostante la produzione letteraria e scientifica sulla detenzione possa sembrare così ampia, abbiamo bisogno di nuove ricerche e di nuovi racconti. Quello di Giada Ceri può essere di grande aiuto." (dalla prefazione di Luigi Manconi)

Vuoto