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Diario di una giovinetta

Diario di una giovinetta

di Hug-hellmuth Hermine

Disponibile su prenotazione.
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Il "Tagebuch eines halbwüchsigen Mädchens" venne pubblicato nel 1919 dalle Edizioni Internazionali di Psicoanalisi, con una prefazione anonima (in realtà di Hermine Hug-Hellmuth, pioniera dell'analisi infantile) che si fa garante della sua autenticità, e una lettera di Sigmund Freud, del 27 aprile 1915: «Questo diario è una gemma. Credo che mai prima d'ora sia stato scritto nulla che ci permetta di vedere così chiaramente quel che accade negli anni della pubertà nell'animo di una ragazza appartenente alla nostra classe sociale e alla nostra sfera culturale. Vediamo i sentimenti staccarsi a poco a poco dal semplice egoismo dell'infanzia e raggiungere la maturità; vediamo i rapporti con i genitori e gli altri membri della famiglia prendere forma, assumere via via maggior serietà e intimità; vediamo il formarsi e lo spezzarsi di amicizie. Assistiamo al primo nascere dell'amore, ancora in cerca di un oggetto su cui fissarsi. Soprattutto, queste pagine ci mostrano come il mistero della vita sessuale dapprima si imponga vagamente all'attenzione e poi prenda intero possesso di una mente che si va sviluppando, e come la bambina da principio soffra sotto il peso di una conoscenza segreta, poi gradualmente impari a reggere il fardello. Di tutti questi fenomeni troviamo qui una descrizione al tempo stesso così incantevole, così seria e così priva di artificio che non potrà non interessare profondamente studiosi di pedagogia e psicologi». Il libro fece scandalo ed ebbe un successo straordinario, ma ben presto venne alla luce la verità: il Diario era un apocrifo scritto da Hermine Hug-Hellmuth, e nel 1923 fu ritirato dal commercio. Dopo aver posto Freud nella situazione insostenibile di essere ostaggio della sua mistificazione, Hermine cadde in disgrazia e andò incontro a un destino tragico. Isolata, dimenticata, preda di una profonda depressione, venne infine uccisa il 9 settembre 1924 dal nipote Rudolf Hug, che aveva cresciuto e di cui aveva analizzato i gravi problemi. Con uno scritto di Anne-Geneviève Roger.

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