La carriera di Sergio Toppi ha attraversato oltre quattro decenni di storia del fumetto italiano: parte in sordina con l'esordio alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso sullo storico «Corriere dei Piccoli», e termina agli inizi di questo decennio con la scomparsa dell'autore, ormai un'affermata star nel "comicdom" internazionale. Un periodo nel quale il medium ha subito profonde trasformazioni, da mezzo di comunicazione popolare a veicolo autoriale e infine a cartina di tornasole della multi-medialità, e durante il quale l'artista si è visto via via riconoscere un ruolo di primo piano quale profondo innovatore, sia per lo stile grafico e narrativo che per le audaci composizioni delle sue tavole. Presso il grande pubblico, oggi Toppi viene forse ricordato soprattutto per i suoi personaggi più seriali, gli iconici Sharaz-de, voce narrante nella libera rielaborazione di un pugno di racconti ispirati a «Le Mille e una Notte», e «Il collezionista», l'ostinato cercatore di rarità riproposto nei primi due albi che la Editoriale Cosmo ha dedicato a questo autore. Nonostante ciò, la carriera dell'artista milanese è stata spesso segnata dalla realizzazione di alcune storie brevi, che hanno costituito, come accenneremo in seguito, dei profondi punti di svolta.