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Cortiana 1915-1945. Una contrada della Val Leogra tra due guerre mondiali

Cortiana 1915-1945. Una contrada della Val Leogra tra due guerre mondiali

di De Grandis Ugo

  • Prezzo online:  € 5,00
  • ISBN: 7777770113874
  • Editore: Libera Assoc. Cult. Livio Cracco [collana: Quaderni Di Storia E Cultura Scledense. Nuova Serie]
  • Genere: Storia Locale
  • Dettagli: p. 60
Non Disponibile
Spese di spedizione:
3,49 €

Contenuto

Nel 70° anniversario della sua distruzione ad opera dei nazifascisti, Contrà Cortiana, posta alla sommità della Val Maso, in Comune di Valli del Pasubio, torna a vivere grazie al n. 33 dei “Quaderni di storia e di cultura scledense” a firma di Ugo De Grandis. Con questa pubblicazione, frutto di un anno di ricerche d’archivio e di interviste agli ultimi testimoni di quel lontano sabato di terrore, l’autore colma una lacuna nella storia della vallata: molti, infatti, avevano in precedenza scritto su quell’episodio, senza tuttavia precisare i dettagli dell’accaduto e i nomi delle persone coinvolte.
All’alba del 30 agosto 1944 un plotone di soldati russi di stanza a Sant’Antonio circondò la contrada, sospettata di dare assistenza ai partigiani, e, fatti uscire in fretta e furia i residenti, incendiò le abitazioni. Quattordici uomini furono poi prelevati e condotti dapprima alla caserma di Marano Vicentino, poi al carcere vicentino di San Biagio.
La dura rappresaglia abbattutasi su Cortiana obbediva alle direttive emanate dai comandi tedeschi con un duplice obiettivo: fare terra bruciata attorno alle bande partigiane, che i rastrellamenti estivi non erano riusciti a sbaragliare, e procurare manodopera a costo zero da inviare in Germania, dopo che né la propaganda del fascismo né l’invio di lettere di precettazione erano riusciti a soddisfare la necessità di rimpiazzare una grossa parte della popolazione tedesca che era stata chiamata sotto le armi nell’ultimo anno di guerra.
Non tutti i prigionieri furono deportati. Tre di loro riuscirono a farsi rilasciare, essendo stati giudicati inabili al lavoro: Tiberio Trentin, cui mancavano tre dita dalla mano sinistra, e Luigi e Severino Trentin, che si erano procurati un febbrone da cavallo con uno stratagemma appreso durante il servizio militare. Gli altri undici, dopo una breve sosta al carcere di Peschiera del Garda, furono poi condotti in Germania: Antonio Trentin, Giovanni Cicchelero, Mario Trentin, Luigi Trentin, Pietro Trentin, Antonio Cortiana, Marcello Cortiana, Graziano Cortiana, Mariano Trentin, Ilario Trentin e Mario Trentin.
Giunti a Neuburg an der Donau, a un centinaio di chilometri a nord-ovest di Monaco, furono messi al lavoro in fattorie fino a che, l’ultima settimana di aprile 1945, furono liberati dagli angloamericani e poterono fare ritorno in contrada.
Ma il felice ritrovamento del diario di Maria Tisato (cl. 1899), una contradaiola con la passione per la scrittura, ha consentito a Ugo De Grandis di estendere la sua ricostruzione alle vicissitudini di quella popolazione durante la Grande Guerra, quando Cortiana fu sfollata per due volte: la prima nel maggio 1916, in occasione della Strafexpedition, e la seconda nel novembre 1917 quando, in concomitanza con lo sfondamento del fronte a Caporetto, si temette la ripresa dell’offensiva sul Pasubio. Al loro ritorno, dopo l’armistizio del 4 novembre 1918, gli abitanti trovarono le loro case, già depredate dai soldati italiani, completamente distrutte dalle artiglierie austriache.
Per due volte, in poco più di un quarto di secolo, Cortiana risorse dalle sue ceneri, grazie alla tenacia e alla caparbietà dei suoi abitanti, e quest’anno la tradizionale festa che si svolge a fine agosto nella tragica ricorrenza, acquista maggior significato.

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